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Quaderno proibito

Ho fatto male a comprare questo quaderno, malissimo. Ma ormai è troppo tardi per rammaricarmene, il danno è fatto. Non so neppure che cosa m’abbia spinto ad acquistarlo, è stato un caso. Io non ho mai pensato di tenere un diario, anche perché un diario deve rimanere segreto e perciò, bisognerebbe nasconderlo a Michele e ai ragazzi.

Inizia così il romanzo di Alba de Céspedes, scrittrice che negli anni ’50 con i suoi romanzi, primo fra tutti Dalla parte di lei, anticipò tematiche femministe che ancora oggi sono di grande attualità.

Arrivata in Italia con il padre, un ambasciatore cubano, pur non avendo una cultura certificata da studi regolari (cosa di cui l’autrice si rammaricava), si distinguerà per la sua scrittura moderna e per i contenuti d’interesse socio-culturale.

Quaderno proibito l’ho scovato su una bancarella romana nella bellissima ristampa degli Oscar Mondadori del 1980. In copertina un’immagine del pittore-illustratore Domenico Cantatore. Una donna giovane ritratta all’interno di una stanza, seduta accanto a un tavolo.

Quello che ho apprezzato di questo romanzo è la scelta del diario: un punto di vista privilegiato dei pensieri e dei sentimenti della protagonista. Un resoconto della vita normale di una comune famiglia medio borghese alle prese con problemi economici, con l’educazione dei figli, con i rapporti di coppia. Una riflessione su come negli anni ’50, gli anni del dopo guerra, tutto dovesse essere finalizzato al guadagno. E se da un lato gli adulti si conformavano a questa mentalità, la mentalità del lavoro e del sacrificio, dall’altra i figli cercavano di svincolarsi e di fare le proprie scelte scegliendo spesso quello che agli occhi dei genitori erano delle scorciatoie (vi ricorda qualcosa?).

In un’intervista la scrittrice ha spiegato che il quaderno di Valeria, la protagonista del romanzo, è proibito non per i pensieri che contiene ma perché non produce denaro. Se scoperto dal marito e dai figli risulterebbe sciocco, una perdita di tempo insomma. Tuttavia mi pare inverosimile pensare che alcuni dei concetti espressi da Valeria non risultassero “proibiti” a quei tempi. Valeria si lamenta dei figli, del marito, critica la morale del suo tempo. In realtà è come se l’atto stesso di scrivere all’improvviso la rivelasse e le facesse scoprire com’è davvero il mondo in cui vive.

Ero sola nella casa vuota, nel silenzio domenicale, e mi pareva di aver perduto per sempre tutti quelli che amo se essi, in realtà sono diversi da come li ho sempre immaginati. Se soprattutto io stessa sono diversa da come loro immaginano me.

Forse avevo sempre pensato che noi quattro – Michele, Mirella, Riccardo ed io – fossimo una famiglia unita, serena.

Forse volevo proprio raccontare la serena storia della nostra famiglia, in questo quaderno…

A volte, invece, penso che ho torto a scrivere ogni cosa che accade; fissato nello scritto sembra cattivo anche quello che non lo è…

Siamo sempre inclini a dimenticare quello che abbiamo detto o fatto nel passato…

Sarebbe sbagliato pensare a questo romanzo come a un libro al femminile. I personaggi che orbitano nel mondo di Valeria sono uomini e donne, di età diverse, e ognuno di loro a suo modo, conduce un’esistenza diversa da quella che desidera. Il tema centrale di Quaderno proibito, infatti, secondo me, è il conflitto tra l’idea e la realtà, tra ciò che si desidera e ciò che si realizza.

Allo stesso tempo Quaderno proibito è un’immersione nel mondo femminile, nei sensi di colpa che le donne provano quando non si sentono all’altezza di quello che la società chiede e si aspetta da lei; nei suoi desideri intimi che non si appagano con l’età ma vengono messi in secondo piano dalle necessità familiari; nella forza di volontà che gli è richiesta per vivere nella società di allora come oggi.

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