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Patria

Eccola lì, la poverina. Va a infrangersi su di lui. Come s’infrange un’onda sugli scogli. Un po’ di schiuma e ciao. Non vede che non si prende nemmeno la briga di aprirgli la portiera?Sottomessa, più che sottomessa. E quelle scarpe con i tacchi e quelle labbra rosse a quarantacinque anni? Con la tua classe, figlia mia, con la tua posizione e i tuoi studi, cos’è che ti fa comportare come un’adolescente? S e l’aita fosse vivo…

Il romanzo best seller Patria di Aramburu si apre con la la voce di Bittori che spia, critica, la figlia Nerea dalla finestra del terzo.

Romanzo a più voci, il libro descrive una delle pagine più tristi della recente storia della Spagna. Una nazione che tutti conoscono e ricordano per la movida e la corrida de toros; per l’allegria e la cordialità del popolo ispano. Qualità che possono essere di sicuro confermate da chi abbia avuto modo di trascorrere qualche giorno in Spagna.

Aramburu tuttavia non ha scelto di raccontare quella Spagna. Nel suo romanzo ha scelto di raccontare un volto meno noto. Lo scrittore basco narra infatti il dramma del terrorismo dell’ ETA e lo fa dal punto di vista di tutti i suoi protagonisti: i fanatici che si sono immolati alla causa, i familiari di questi ultimi; le vittime egli oppositori del terrorismo e le loro famiglie.

Joaxie Mari, Miren, Joaxian (già dai nomi si capisce che ci addentriamo in una Spagna diversa, sconosciuta, dove non tutti si chiamano Josè e Lola); Bittori, Nerea, Txato; i personaggi del romanzo entrano nel cuore del lettore, che fatica a prendere le parti dei “buoni” o dei “cattivi”, dei carnefici e delle vittime.

In modo diverso ognuno di loro vive il suo dramma e paga il suo debito con la vita.

Inevitabili i richiami ad altrettanti drammatici momenti storici come gli anni di piombo italiani, il terrorismo IRA irlandese. Aramburu ci regala non solo un momento di fiction letteraria ma anche di riflessione storica e umana.

Nonostante il tema sia forte però la lettura del romanzo risulta piacevole grazie al linguaggio scorrevole e credibile, dove spesso spuntano termini in basco, la lingua (non il dialetto!) ufficialmente riconosciuta dalla costituzione spagnola.

E per i più pigri che preferiscono le immagini alla pagina scritta su Netflix è disponibile la serie di HBO.

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