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IL COLIBRÌ

Tu sei un colibrì perché come il colibrì metti tutta la tua energia nel restare fermo.

Di Sandro Veronesi ho un ricordo, di alcuni anni fa ormai, di un suo reading presso la Casa delle letterature di Roma. Lesse il racconto di Fenoglio, Il gorgo, che curiosamente (ma non troppo) ho ritrovato tra le pagine del suo ultimo romanzo.

“Ai Mulinelli” è uno dei capitoli più intensi del libro e, come afferma lo stesso autore nelle pagine finali, è proprio un omaggio allo scrittore italiano.

…Marco, invece, capì all’istante che Irene andava a finirsi nell’acqua, in quel piccolo micidiale tratto di mare davanti al loro capanno chiamato i Mulinelli, dove l’acqua era turbolenta e le correnti trascinavano a fondo anche quando non c’era onda.

Marco Carrera, il protagonista dell’ultimo romanzo di Veronesi, è un don Chisciotte in chiave moderna: senza spada, senza armatura, senza cavallo. È un don Chisciotte che non si batte fisicamente, come l’eroe di Cervantes, contro i giganti o altri mostri prodotti della follia.

I mostri di Marco Carrera sono le relazioni familiari, le relazioni amorose, le dipendenze, la malattia. E proprio come il Cavaliere dalla Triste Figura, Marco Carrera non si sottrae al suo destino, neanche quando la vita si abbatte su di lui e ormai sembra tutto perduto.

Altra analogia con il romanzo di Cervantes è la struttura a incastro, la storia nella storia. All’interno del romanzo convivono, legate dal protagonista, altre storie di personaggi, che potrebbero essere racconti indipendenti.

Interessante infine la scelta di Veronesi di alternare tecniche narrative diverse: quella classica del narratore in terza persona, e quella epistolare che conferisce al romanzo un leggero gusto retrò.

Ma ciò che secondo me dà un valore aggiunto all’opera di Veronesi è il capitolo, Gli sguardi sono corpo. Da solo vale tutto il romanzo.

Ogni giorno veniamo colpiti da centinaia di sguardi. A nostra volta, colpiamo con lo sguardo centinaia di persone. Il più delle volte nessuno ci fa caso: noi non ci accorgiamo di essere guardati, gli altri non si accorgono che noi li guardiamo. Perciò non succede niente, e questi sguardi non producono conseguenze…

E, anzi: siamo così sicuri che gli sguardi non ricambiati non producano niente? C’è gente che s’innamora guardando ogni giorno dalla finestra una certa persona che passa per strada. C’è gente che va in fissa col conduttore o con la conduttrice che vede in tv. No, non esistono sguardi più importanti e sguardi meno importanti: nel momento in cui vengono scoccati, tutti gli sguardi sono un immischiarsi, ed è solo la combinazione degli eventi, cioè il caso, a determinare le conseguenze.

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