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Gli anni al contrario

Aurora e Giovanni sono due giovani che credono di trovare nell’amore la via di fuga dalle loro vite insoddisfatte. S’incontrano e si riconoscono. Credono di amarsi, o forse si amano davvero, ma scoprono che l’amore da solo non basta. Non basta a farti superare la frustrazione, l’insoddisfazione o qualunque altro problema che attiene all’essere più profondo di se stessi.

La storia d’amore dei due giovani inizia a Messina sul finire degli anni ’70, gli anni di piombo dell’Italia, gli anni della diffusione delle droghe. E si sviluppa negli anni ’80, caratterizzati oltre che da un nuovo boom economico, dalla nuova peste, l’Aids.

Nadia Terranova costruisce una storia che ha il potere di far compenetrare il lettore nel mondo conflittuale dei due protagonisti: da un lato la famiglia e i doveri, dall’altra la voglia di fare qualcosa di significativo, l’esigenza di lasciare il segno. Il maschile e il femminile s’incontrano e si allontanano passando attraverso la figura del bambino, la piccola Mara, che è l’unica cosa che dà un senso all’esistenza tormentata di Giovanni e Aurora.

Se non ci fosse stata Mara ci saremmo persi subito

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